Schoenstatt in visita al Centro dei Focolari

Schoenstatt in visita al Centro dei Focolari

Tempo fa, prima dell’emergenza covid-19, Responsabili del Movimento di Schoenstatt di sette Paesi europei hanno visitato il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa nei pressi di Roma. Venivano da Austria, Repubblica Ceca, Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Svizzera. Il gruppo era accompagnato da P. Heinrich Walter, già presidente del Presidium generale di Schönstatt e membro del Comitato d’orientamento di Insieme per l’Europa.

“Incontrare Chiara Lubich”, visitando i posti dove visse e pregando sulla sua tomba è stato il primo scopo di questa visita. Un secondo obiettivo è stato quello di entrare in dialogo con alcuni responsabili del Centro dei Focolari, tra i quali il Copresidente Jesús Morán. Nel contesto delle trasformazioni ecclesiali, politiche e culturali in Europa si è parlato sul ruolo dei Movimenti con i loro carismi e sul significato della comunione tra i Movimenti – in modo particolare nella rete ecumenica Insieme per l’Europa.

L’incontro e il dialogo sono stati valutati da ambedue le parti come cordiali, preziosi e fruttuosi. Ovviamente si è trattato solo di una tappa dell’ormai lungo cammino di comunione e di collaborazione tra Schönstatt e i Focolari, che ha avuto inizio nel 1998 alla Vigilia di Pentecoste in  Piazza San Pietro a Roma durante l’incontro dei nuovi Movimenti e Comunità voluto da Giovanni Paolo II.

Diego Goller


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STOP!

STOP!

A quattr’occhi con Chiara Lubich per festeggiare il Centenario della sua nascita

Ieri ho sentito da un famoso economista: “Il male comune ci ha insegnato improvvisamente che cosa è il bene comune”. In poche parole una grande verità, che ci rimanda ad un’altra: “…ogni cosa si conosce meglio dal suo contrario”. Infatti, mentre abbassiamo le nostre teste pregando per i morti, per i malati e per la gente sconosciuta che lavora in silenzio negli ospedali e nei punti-chiave delle città, timidamente stiamo alzando lo sguardo verso il cielo con una certezza nel cuore: viviamo tempi di grazia. Se il coronavirus riuscisse a parlare, forse ci direbbe: “…fermatevi, non muovetevi, sono qui per aiutarvi…”

Questo ‘stop’ era forse l’ultima cosa che gli organizzatori del Centenario di Chiara Lubich si sarebbero aspettati in quest’anno, 100 anni dalla nascita della fondatrice del Movimento dei Focolari. Infatti, l’Italia e tanti Paesi nei cinque continenti avrebbero aspettato migliaia di ospiti, piccoli e grandi, personalità politiche ed ecclesiali, gente di varie lingue e culture, per festeggiare e soprattutto incontrare Chiara, che continua a vivere nel suo grande Ideale: l’unità, il ‘Che tutti siano uno’, la preghiera di Gesù al Padre (Gv 17,21).

Allora ‘stop’ ai festeggiamenti pubblici. Per ora. “Saranno momenti, giorni, forse settimane o mesi…, non possiamo dirlo “– scrive Maria Voce, forzatamente chiusa in casa, in un videomessaggio rivolto come Presidente al Movimento dei focolari. “Comunque passeranno. Se li viviamo bene, ci faranno riscoprire la presenza di Gesù viva e forte nel Vangelo vissuto, nel fratello, in Gesù in mezzo, che anche a distanza possiamo tenere nella nostra grande famiglia; e soprattutto nel dolore amato, in cui riconosciamo Gesù Abbandonato – “il Dio di Chiara”, come ama definirlo il vescovo di Trento. Incontreremo in Lui anche lei e impareremo a guardare ogni situazione con i suoi occhi. Anche noi potremo ripetere l’esperienza di Chiara e delle sue compagne, che non si erano quasi accorte né della guerra né della sua fine, perché, prese da Dio e dal suo amore, la realtà che vivevano era più forte di tutto. Tutto è cominciato con questa fede nuova nell’amore di Dio”.

Ed è Maria Voce a raccogliere i ringraziamenti. Gerhard Pross (CVJM Esslingen/Germania), uno degli iniziatori e attuale moderatore di Insieme per l’Europa, le scrive tra l’altro: “Chiara Lubich è stata una grazia di Dio del tutto particolare per voi, ma anche per tutto il popolo di Dio, per l’umanità intera. Incontrarla era una cosa speciale e, grazie al carisma, aveva non solo il dono di fondare un Movimento spirituale, ma anche di mettere in atto una moltitudine di impulsi fondativi e innovativi. […] E’ stata lei a invitarci sul cammino del Insieme che, partendo dall’incontro dei responsabili (febbraio 2000) e da “Insieme, se non come?” l’8 dicembre 2001 a Monaco, ci ha portato all’ Insieme per l’Europa nel maggio 2004 a Stoccarda. Era senza dubbio “primus inter pares” nel Comitato d’Orientamento e ci ha condotti in avanti, con amore, ma anche con una visione chiara. Il fuoco del suo amore, la sua chiarezza e la sua determinazione hanno dato il via a Insieme per l’Europa. […] Sono grato di cuore per il grande dono di averla conosciuta e di aver fatto un cammino insieme. Incontrare lei significava incontrare l’amore. Gesù Cristo irradiava da lei, come ho potuto sperimentare sempre di nuovo nei tanti incontri che abbiamo avuto. Lei si è messa completamente a Sua disposizione.”

Pure il Movimento Schönstatt era sin dall’inizio presente alla nascita della nostra  rete ecumenica. Non potevano, quindi, mancare le parole dell’attuale Superiore Generale, P. Juan Pablo Catoggio, che tra l’altro scrive, assieme al suo predecessore, P. Heinrich Walter: Il suo grande contributo in quest’epoca della storia è quello di aver sempre cercato l’unità, attingendo alla forza dell’amore per il Signore e a quello della reciprocità e di aver posto segni concreti di unità. Da questo processo di vita nasce ovunque, passo dopo passo, una nuova cultura, una cultura che non si riferisce solo ai cristiani, ma che è rivolta a tutte le persone di buona volontà. Il suo contributo è grande anche perché è venuto dal cuore di una donna che non ha avuto ministeri e poteri e non ha mai aspirato ad averne. Questa è un’indicazione di come la Chiesa può diventare in futuro più sale e lievito nella società mondiale attuale”.

‘Stop’ per incontrarci. Così, a quattro occhi con Chiara, possiamo dirle con il Team Coordinatore di Insieme per l’Europa in Austria: “Carissima Chiara! Noi ci impegniamo in Insieme per l’Europa! In questa Rete cogliamo la grandezza del tuo Sogno – tramite l’ascolto di Dio, incontri, riconciliazione, costruire una Comunità mondiale.”

Questo ‘stop’ e silenzio esteriore ci accompagnerà in quel silenzio interiore. Capiremo in esso, – singoli, popoli e nazioni – che cosa e come cambiare dopo questa grande, mondiale, e forse benedetta, tempesta?

Con Gerhard Pross ci auguriamo: “Possa questo tempo dare origine a una nuova apertura alla fede in Europa. E sia così che noi cristiani testimoniamo e viviamo coraggiosamente la nostra fede.”

 Ilona Toth

Foto: Chiara Lubich con Maria Voce ©CSC Audiovisivi; Foto Chiara Lubich con Gerhard Pross / con P. Heinrich Walter ©Severin Schmid; Logo Centenario Chiara Lubich ©Movimento dei Focolari

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Osservazioni di un giovane irlandese

Osservazioni di un giovane irlandese

Conleth Burns, giovane irlandese, impegnato nel progetto “United World Project”, ha partecipato ad Ottmaring / Augsburg al Convegno di Insieme per l’Europa. Riportiamo qui l’articolo che ha pubblicato al suo rientro per il sito del proprio progetto. 

Chiese e Movimenti cristiani si uniscono per essere: “Insieme per l’Europa” 

Il mese scorso ho avuto la possibilità di recarmi a Ottmaring e Augsburg, nel sud della Germania, per partecipare a un incontro di tre giorni di una rete di Chiese e movimenti cristiani chiamata Insieme per l’Europa: 180 persone provenienti da 55 movimenti, comunità e Chiese diverse hanno vissuto tre giorni insieme nella condivisione. Tutto veniva tradotto simultaneamente in 5 lingue e la rete festeggiava 20 anni di attività. Io rappresentavo il United World Project ed ero lì per cercare di capire come le comunità di fede stanno realmente lavorando insieme per l’unità e per unire il continente europeo.

Abbiamo ascoltato le presentazioni sul percorso ventennale in cui un gruppo di persone, provenienti da tutto il continente europeo, si sono riunite, nella loro comune identità cristiana, per stare insieme per l’intera Europa. Abbiamo percorso il continente attraverso la condivisione di esperienze di incontro, di preghiera e di speranza dalla Scozia all’Ucraina, dalla Francia alla Repubblica Ceca. In quei giorni, mentre compivamo quel “viaggio”, mi giravano in testa due domande in particolare: che aspetto concreto assume questo essere insieme? Cosa significa stare insieme “per qualcosa”?

Che aspetto concreto assume questo essere insieme?

Ho capito questo essere insieme, quando li ho sentiti sfidarsi a vicenda per essere attraversatori di frontiera proattivi, ambasciatori di riconciliazione e “segni profetici per un essere insieme credibile in Europa”.

Ho capito questo essere insieme, quando ci siamo riuniti in una piazza ad Augsburg, tenendo in mano ognuno una candela e pronunciando preghiere per un popolo europeo più unito.

Ho capito questo essere insieme, quando ascoltavamo un gruppo eterogeneo di cristiani che parlavano di un percorso che avevano compiuto nell’arco di più di vent’anni riunendo migliaia di persone.

Ho capito questo essere insieme, quando ogni giorno a colazione, a pranzo e a cena, nel momento in cui una persona nuova si sedeva per mangiare, c’era sempre qualcuno che prima verificava se aveva bisogno di traduzione, o quale lingua fosse meglio usare a tavola. C’era la chiara volontà che le persone fossero in grado di comprendere ed essere comprese, di ascoltare ed essere ascoltate.

Essere insieme, per questa rete, consiste nell’abbracciare la diversità reciproca. Essere insieme per loro non è sempre facile; occorre affrontare sfide a livello geografico, teologico e culturale. Eppure, a distanza di vent’anni, questa rete rimane insieme. Secondo la loro stessa visione, la loro struttura è quella di una rete, non di una gerarchia. La loro è una vera e propria unione, di cui si prendono cura da oltre 20 anni. Vent’anni di una costruzione di relazioni onesta e laboriosa.

Per cosa?

La missione di Insieme per l’Europa’ non consiste soltanto nel fatto di stare insieme per il gusto di stare insieme, ma vogliono davvero essere portatori di un messaggio positivo per un’Europa più unita in tutte le sue diversità. Vogliono dare un’anima al continente, sottolineandone le radici storicamente cristiane. Durante quei tre giorni, hanno raccontato principalmente la storia dei loro incontri insieme negli ultimi vent’anni. Ma la storia non raccontata, è spesso la più interessante. Durante i pasti e gli intervalli, c’è stata l’opportunità di conoscere i momenti in cui le persone che frequentano Insieme per l’Europa sono state ispirate ad incontrare nuove persone, abbracciare nuove idee e riconciliare la diversità come risultato degli incontri da loro organizzati. In un certo senso, Insieme per l’Europa inizia quando si va via da uno dei loro incontri intracontinentali o nazionali.

Seamus Heaney, il poeta irlandese che ha ricevuto il Premio Nobel, conclude una famosa poesia tratta dalla sua opera ‘Scaffolding’ (‘Ponteggi’) con questi versi:  “Possiamo lasciar cadere le impalcature. Fiduciosi che abbiamo costruito il nostro muro.”

Insieme per l’Europa significa costruire ponti, non muri. Con lo smantellamento del ponteggio che compie vent’anni, questa rete può essere certa che i ponti sono stati costruiti, le persone sono state collegate tra loro e che tutti loro continueranno questo cammino.

Fonte: http://www.unitedworldproject.org/watch/20-anni-di-insieme-per-leuropa (altro…)

“Era come la Pasqua”

“Era come la Pasqua”

Larisa Musina, cristiana ortodossa di Mosca, pro-rettrice dell’Istituto di Educazione San Filaret, ha partecipato alla celebrazione del 20° di Insieme per l’Europa ad Augsburg/Germania nel novembre scorso, in rappresentanza della “Orthodoxe Transfiguration Brotherhood.”

Durante il convegno è stata ricordata la storica firma della “Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione” del 31.10.1999, giorno in cui è nata la rete ecumenica IpE, una delle risposte concrete alla sete d’unità del popolo cristiano. E’ proprio il giorno della celebrazione nel Municipio di Augsburg, il 9 novembre, si ricordava il 30° anniversario della caduta del Muro di Berlino, svolta radicale nelle relazioni Est-Ovest.

Al suo entro in Russia, Larisa ha condiviso con la sua Comunità le sue impressioni sull’evento. Eccone alcune:

“All’incontro di quest’anno ha partecipato il vescovo luterano Christian Krause, uno dei due firmatari della Dichiarazione nel 1999. Allora era il Presidente della Federazione Mondiale Luterana. Lui ha detto due cose importanti. In primo luogo, la strada verso la Dichiarazione non è stata facile. Ci sono voluti molti sforzi per terminare il ventesimo secolo senza lasciare una divisione così significativa alle generazioni future. In secondo luogo, il vescovo Krause ha testimoniato di apprezzare molto il lavoro dei Movimenti e delle Comunità ecclesiali.”

“Questo dialogo e i processi ad esso associati hanno avuto origine e si stanno sviluppando nella logica del rinnovamento della vita ecclesiastica.” Si tratta di mantenere l’autenticità della Chiesa cristiana, sviluppando la sua capacità di realizzare la propria vocazione nel mondo. “È interessante notare che questa iniziativa è stata presa in primo luogo dai Movimenti ecclesiastici.”

Larisa così si esprime sulla solenne serata di conclusione dell’incontro: “La sera abbiamo pregato insieme nella chiesa luterana di Sant’Anna, la stessa chiesa dove è stata firmata la Dichiarazione. Poi, con le candele accese siamo andati nella piazza accanto alla chiesa. Abbiamo ringraziato Dio per i suoi doni, compreso il dono dell’unità dei cristiani, di cui molte persone hanno dato testimonianza. Poi, sempre con le candele accese, tutti ci siamo incamminati verso la città. Era come la Pasqua.”

Con la luce del Risorto nei cuori, i partecipanti sono tornati nei loro Paesi, per portare Dio ai popoli.

Stralci di un articolo-intervista di Oleg Glogolev a Larisa Musina (Istituto ortodosso San Filaret, Fratellanza della Trasfigurazione, Russia), a cura di Beatriz Lauenroth

Fonte: https://psmb.ru/a/eto-bylo-kak-na-paskhu.html

 

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Lo splendore dell’Europa è la sua gente

Lo splendore dell’Europa è la sua gente

Preparare il terreno alla riconciliazione. 

Walter Kriechbaum è pastore evangelico e segretario di YMCA a Monaco di Baviera. Il suo cuore batte per l’Europa e vuole vivere la riconciliazione. Per questo coltiva amicizie anche in Polonia e Ucraina nella rete internazionale ed ecumenica Insieme per l’Europa.

Come tedesco, incontro spesso le crudeltà della storia durante i miei viaggi nell’Europa dell’Est. Una volta mi sono trovato, insieme ad amici polacchi, senza parole a Lutsk/Ucraina, nei luoghi di commemorazione delle migliaia di polacchi che furono crudelmente assassinati e un’altra volta in un cimitero in mezzo a uno dei più grandi campi di battaglia della seconda guerra mondiale. Improvvisamente i miei amici mi hanno chiesto di pregare come tedesco e come membro della Chiesa evangelica sui morti, per chiedere perdono e pace per i nostri popoli d’Europa”. Walter Kriechbaum ha sperimentato che vivere insieme la riconciliazione può significare, tra le altre cose, percorrere la via dell’afflizione con gli altri, facendo proprio il dolore altrui. Riconciliazione ecumenica significa prestare attenzione ai doni degli altri e creare spazio per il loro sviluppo. Il dolore per l’unità non ancora completa, dice Walter, sembra essere qualcosa come il seme per il futuro.

La riconciliazione non richiede una rappresentanza proporzionale

Monaco 2016: durante una preghiera ecumenica per l’unità dell’Europa, che polacchi e tedeschi avevano preparato insieme, 20 russi entrano inaspettatamente nella chiesa.  Walter, che presiede la preghiera insieme ad un amico polacco, per un attimo non sa come affrontare la nuova situazione. Poi chiede ad una partecipante del gruppo russo di farsi avanti e dare il suo contributo alla preghiera. Cattolici, protestanti, membri di Chiese libere e ortodossi russi ricevono infine la benedizione da un sacerdote polacco del Movimento di Schoenstatt. Walter: “Ho imparato che la riconciliazione ecumenica non domanda né la proporzionalità, né riconoscere chi ha ragione. Gesù Cristo abita nel cuore dell’altro e in modo sorprendente fa sì che la diversità diventi un complemento, senza essere cancellata.”

La riconciliazione ha bisogno di fiducia

Durante i suoi numerosi viaggi attraverso l’Europa dell’Est, Walter continua a costruire una rete di amicizie: “Ma questo richiede pazienza e perseveranza. Spesso ci vogliono anni perché la sfiducia scompaia. Ho capito che l’esperienza ecumenica “di confine” significa sentirsi vicini e lontani allo stesso tempo e sopportare la tensione. Rivolgendo tutti lo sguardo a Gesù, si sviluppa lentamente una vicinanza interiore. Non può essere forzata, ma è opera di Dio”. La fiducia reciproca che ne deriva fa sì che si possa parlare e crea una libertà interiore, riferisce Walter.

La riconciliazione richiede di essere distaccati

“La riconciliazione e la concordia ecumenica non possono essere organizzate”, dice Walter. “Dobbiamo essere staccati ogni volta ed entrare sempre di nuovo nel Kairos di Dio. Solo Lui conosce il momento giusto”. Ma sicuramente si può aprire la strada a questo. “Insieme riusciremo a far risplendere l’Europa. Il suo splendore è  la sua gente che è in cammino verso la riconciliazione.” Walter ne è convinto e vive per questo – ogni giorno di nuovo.

A cura di Beatriz Lauenroth

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La vocazione di Ottmaring

La vocazione di Ottmaring

VIDEO – INTERVISTA 

Da tempo sono in corso i preparativi  per la celebrazione dei “20 anni Insieme per l’Europa”. La scintilla di questo originale cammino ecumenico–europeo è partita nella Centro ecumenico di Ottmaring, dopo la storica firma della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione ad Augsburg (Germania).

Severin Schmid ha visto nascere e ha collaborato allo sviluppo di questa comunione, di cui “lo spartito è scritto in cielo”. Abbiamo chiesto a lui come sono andate le cose.

Ilona Toth, ungherese, membro dell’attuale Comitato d’Orientamento di Insieme per l’Europa, ha partecipato nel 2018 alla festa del 50° di Ottmaring. Che impressione le ha fatto questo Centro ecumenico nei pressi di Augsburg?

https://youtu.be/4pM_OjpN0XU (altro…)

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