Veglia di preghiera per la concordia e l’unità dei popoli europei
Giovedì 9 maggio 2019 si è svolta nella Chiesa di S. Leonardo Murialdo a Viterbo la Veglia di preghiera ecumenica per la concordia e l’unità dei popoli europei, organizzata da varie aggregazioni laicali viterbesi che aderiscono ad Insieme per l’Europa. E’ stato letto il saluto di Diego Goller del Comitato di Orientamento di Insieme per l’Europa, e poi consegnato al vescovo Mons. Lino Fumagalli e al pope Padre Vasile Stefan Bobita, parroco della parrocchia Romeno ortodossa di Viterbo. La sala allestita con cura dal parroco padre Angelo Bissoni, con tutte le bandiere degli stati dell’Unione Europea e dell’Europa, ha accolto i numerosi partecipanti alla veglia.
Nella prima parte dedicata a ‘padri’ e ‘madri’ dell’Europa, il Pastore Evangelico ha letto un testo di D. Bonhoeffer, alcuni cattolici testi di R. Schumann, di A. De Gasperi e della Fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich. E’ seguita la parte liturgica con letture bibliche e stralci del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e di Papa Franscesco. Hanno donato la loro testimonianza un giovane sulla partecipazione al progetto Erasmus ed una ragazza evangelica sul progetto di co-housing della Caritas diocesana ‘AbitiAmo’, vissuto con giovani italiane, francesi e moldave.
Il Vescovo, Mons. Fumagalli, ha ricordato le comuni radici cristiane ed il valore della solidarietà. Importante la partecipazione della comunità Ortodossa che con alcuni canti ha reso più ecumenica la veglia. C’è stato anche il contributo della corale della parrocchia e di una violoncellista. La recita del Padre nostro, col saluto di Pace e la Benedizione finale hanno concluso una serata vissuta nello spirito di fraterna preghiera.
Per tutti i presenti è stata un’occasione di riflessione ed approfondimento dell’ideale di fraternità e di pace. Alcuni partecipanti alla veglia erano stati colpiti dall’armonia della serata: uno dei frutti del clima vissuto fra i rappresentanti dei vari movimenti negli incontri preparatori.
Adele e Paolo Perugini
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