Insieme per un’Europa aperta e umanitaria

da | Apr 4, 2018

Quando è nato Insieme per l‘Europa il 31 ottobre 1999, giorno in cui fu firmata la Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, regnava un atmosfera piena di speranza. Si era avverato un segno importante dell’unità, dopo 500 anni di separazione. Diversi Movimenti e Comunità spirituali della Chiesa evangelica e della Chiesa cattolica si erano riuniti […]

Quando è nato Insieme per l‘Europa il 31 ottobre 1999, giorno in cui fu firmata la Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, regnava un atmosfera piena di speranza.

Si era avverato un segno importante dell’unità, dopo 500 anni di separazione. Diversi Movimenti e Comunità spirituali della Chiesa evangelica e della Chiesa cattolica si erano riuniti nel Centro Ecumenico di Ottmaring per riflettere su come questa Dichiarazione fondamentale potesse essere recepita. La Dichiarazione avrebbe dovuto avere anche un impronta nel quotidiana e non restare solo un testo. Karl Barth aveva affermato che un cristiano dovrebbe avere in una mano la bibbia e nell’altra il giornale.

Nel corso dei secoli che sono seguiti alla Riforma di Martin Lutero e di altri riformatori, a causa delle divisioni e dispute, i cristiani hanno ripetutamente provocato gravi conflitti o non sono stati in grado di compiere adeguatamente la loro missione come strumento di unità e di pace. Le divisioni erano un triste segno di debolezza di fronte agli sviluppi drammatici che raggiunsero il loro apice nel XX secolo con le due guerre mondiali e l’abisso della Shoah.

Tuttavia, alcuni cristiani sono stati sempre di nuovo testimoni credibili. Nell’annuncio del Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II ha affermato che la Chiesa del nostro tempo è diventata, come mai prima, una Chiesa dei martiri. E questo, secondo il Papa polacco che aveva vissuto l’oppressione della Chiesa nel percorso della sua vita, era un fenomeno ecumenico. Non solo perché riguardava tutte le denominazioni, ma anche perché i cristiani hanno già vissuto nella sofferenza delle persecuzioni nei gulag e nei campi di concentramento, un’unità che dobbiamo ancora costruire. Andrea Riccardi ha espresso questa storia in modo impressionante nel suo libro “Sale della terra, luce del mondo”.

Con l’evento storico della Dichiarazione congiunta doveva iniziare una nuova storia di unità e di cooperazione. Dopo così tante divisioni causate dall’Europa e dopo tanta violenza, i Movimenti hanno voluto aiutare nella costruzione di un’Europa che contribuisca alla pace, all’accoglienza e ad un’apertura. La globalizzazione ha prodotto un’unità sotto l’aspetto dell’economia, del denaro e della comunicazione, ma manca l’anima, manca l’unità di popoli e di culture in una convivenza pacifica e aperta. I Movimenti hanno riconosciuto qui una vocazione, una seconda vocazione che si aggiunge a quella del proprio carisma.

Nel periodo storico dei quasi 20 anni di ‘Insieme per l’Europa’ abbiamo sperimentato diverse fasi. C’è stato un periodo di euforia con l’unione monetaria e l’espansione verso l’Est nel 2004, cosa che si era avvertita al primo grande Congresso di Stoccarda. I Movimenti volevano rafforzare e sostenere il processo di unificazione europea. Perché, secondo le convinzioni dei padri fondatori di stampo cristiana dell’unificazione europea, di cui si è celebrato nel 2017 il 60 ° anniversario dai Trattati di Roma, questo processo ha bisogno di un fondamento spirituale. L’Europa ha bisogno di un’anima, come abbiamo più volte sottolineato.

Oggi si è diffuso lo scetticismo riguardo all’Europa. Ci sono tendenze preoccupanti di preclusione,  vengono costruiti muri, l’Europa diventa una fortezza che esclude e rifiuta. Una paura diffusa si manifesta in tutte le società europee e prende anche i cristiani. Questa pericolosa paura porta a nuovi nazionalismi emarginanti, alla xenofobia e all’antisemitismo, fino ai movimenti di estrema destra e di stampo fascista, che influenzano sempre più la politica europea.

Pertanto, la questione della nostra vocazione di ‘Insieme’ sorge in questo momento con una nuova urgenza. Con l’aumentare delle posizioni l’uno contro l’altro, i cristiani e i Movimenti cristiani devono approfondire la loro comunione. Il nostro percorso è sempre stato caratterizzato da ospitalità (accoglienza) e apertura. L’unità è possibile solo attraverso l’apertura, la conoscenza reciproca e l’accettazione dell’altro. Soprattutto in questa fase storica, è necessaria l’audacia e la profezia dei cristiani. Perché le attuali tendenze nelle nostre società europee sono pericolose e promuovono la violenza. I poveri, i rifugiati, gli stranieri e tutti coloro che vivono ai margini ne soffrono maggiormente.

La festa dell’Europa del 9 maggio potrebbe essere un momento opportuno per sottolineare la bellezza e la ricchezza dell’unità. Possiamo mettere in chiaro che la diversità, l’apertura, l’ospitalità e l’accettazione dello straniero non sono un pericolo, ma un arricchimento per tutti. Dalle fonti del Vangelo sono emersi molti Movimenti con le loro storie, vocazioni e carismi. Ma lavorare insieme non toglie niente a nessuno, al contrario, nell’incontro ci siamo arricchiti e abbiamo approfondito il nostro stesso carisma. Quest’esperienza è ancor più necessaria oggi di quanto non fosse 18 anni fa, quando iniziò il nostro cammino insieme a Ottmaring.

Don Matthias Leineweber

 

 

0 commenti

Rispondi

Iscriviti alla Newsletter

Leave this field blank

ARTICOLI CORRELATI

Called to Hope

Called to Hope

È grazie a Dio che possiamo sperare e la speranza è necessaria nel mondo
di oggi. In 25 anni di cammino insieme abbiamo scoperto un percorso che chiama il popolo di Dio all’unità e offre alla nostra società più fraternità. Il 31 ottobre 2024 ricorre l’anniversario della fondazione di Insieme per l’Europa e della firma della Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione. Un motivo per ringraziare Dio e scoprire nuove prospettive.

Radici cristiane e futuro dell’Europa

Radici cristiane e futuro dell’Europa

La sera della Giornata dell’Europa 2024, Jeff Fountain, direttore del Centro Schuman per gli studi europei ad Amsterdam, e l’ex primo ministro slovacco Eduard Heger sono intervenuti ad una conferenza online sul tema: Parliamo e preghiamo per l’Europa. Più di 100 partecipanti in Europa hanno seguito con grande interesse le presentazioni.

Svegliati, Europa!

Svegliati, Europa!

Insieme per l’Europa (IpE) in Belgio ha festeggiato la Giornata dell’Europa insieme allo Schuman Centre. La conferenza “Wake up Europe” era preparata in collaborazione con la Capella per l’Europa, col comitato di IpE Belgio, con l’EEA (European Evangelical Alliance) e la Chiesa del Carmelo, dove si svolgeva il Forum. I partecipanti al Forum provenivano da vari Paesi dell’Europa Occidentale ed Orientale (Belgio, Paesi Bassi, UK, Svezia, Germania, Italia, Francia, Ucraina), oltre a qualche partecipante dall’Armenia.