Celebrazione dell’anniversario ad Augsburg

Celebrazione dell’anniversario ad Augsburg

Ambasciatori di riconciliazione e segni di speranza. Insieme per l’Europa festeggia l’anniversario nel Municipio di Augsburg 

La sala del municipio di Augsburg è stata riempita fino alla capienza – 300 membri di 55 Comunità cristiane e Movimenti di varie Chiese di 25 diversi Paesi europei si sono riuniti questo sabato per celebrare insieme alcuni anniversari memorabili: Il muro di Berlino è caduto 30 anni fa e per l’Europa è iniziata una nuova era di incontro tra Est e Ovest. Vent’anni fa, ad Augsburg, è stata firmata la “Dichiarazione congiunta sulla giustificazione” dai rappresentanti della Federazione mondiale luterana e della Chiesa cattolica, e, nel pomeriggio dello stesso giorno, a Ottmaring, si è riunito il primo gruppo di responsabili di diversi gruppi ecclesiali: lì è nata la rete Insieme per l’Europa. Per i presenti i tre eventi sono stati strettamente collegati tra loro e hanno plasmato lo “spirito fondante” dell’iniziativa.

“Voi siete ambasciatori della riconciliazione”, ha incoraggiato i presenti il  vescovo protestante emerito Christian Krause. Nel 1999, in quanto allora presidente della Federazione Mondiale Luterana, era stato uno dei due firmatari della “Dichiarazione Congiunta” e come testimone, i ha ricordato i molti passi incoraggianti che da allora sono stati compiuti nell’ecumenismo. Nell’attuale clima di crescente euroscetticismo e polarizzazione politica, è proprio l’esperienza di diversità riconciliata fra Movimenti e Comunità spirituali la cosa necessaria.

Bertram Meier, attuale amministratore diocesano di Augsburg, ha sottolineato l’importanza di questa capacità di riconciliazione in un dialogo con il suo collega protestante, il vescovo regionale Axel Piper. “L’unità nella diversità è anche una sfida all’interno della Chiesa. Si tratta di imparare a capirsi, non solo  con la mente, ma anche col cuore. Piper ha confermato che proprio questo sforzo forma anche le relazioni ecumeniche ad Augsburg: “Ma dobbiamo rimanere curiosi l’uno dell’altro, dobbiamo essere interessati l’uno all’altro, perché possiamo imparare molto l’uno dall’altro!”

Gerhard Pross, moderatore della Rete Ecumenica, ha poi delineato le prospettive per il futuro affermando che si tratta di resistere alla tentazione di sviluppare nuove strutture organizzative e di approfondire invece il tema della riconciliazione: “In tempi difficili  noi vogliamo essere un segno profetico per una convivenza credibile in Europa.”

Nel pomeriggio il senatore della Repubblica Ceca Pavel Fischer ha dato un’ importante contributo alla dimensione socio-politica di Insieme per l’Europa. Ha descritto un quadro attuale dell’impegno per la libertà e la dignità umana nel contesto di una società europea fortemente influenzata dai media e ha invitato il pubblico:. “Dobbiamo diventare cittadini attivi, avere il coraggio di difendere gli altri, i deboli, di parlare a favore della giustizia.”

Alla fine della giornata P. Heinrich Walter, del Movimento di Schoenstatt, ha fatto un bilancio: “L’Europa ha bisogno di questo spirito positivo, perché ci sono già abbastanza messaggeri del disastro!” Il gruppo ha poi lasciato il municipio per la chiesa evangelica di Sant’Anna, dove nel 1999 è stata firmata la dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione. Lì la giornata si è conclusa  con una preghiera ecumenica e una processione di candele accese, in ricordo della svolta pacifica della caduta del muro. Sul piazzale antistante la chiesa il giubileo è terminato con canti e una benedizione.

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Secondo giorno di Congresso a Ottmaring

Secondo giorno di Congresso a Ottmaring

180 partecipanti provenienti da 20 Paesi (traduzione live in 5 lingue) e 55 diversi Movimenti e Comunità di varie Chiese insieme a Ottmaring, dove Insieme per l’Europa  è iniziato 20 anni fa

Un partecipante, che solo di recente è venuto in contatto con questa iniziativa, ha affermato: “Qui si risveglia il meglio di ciascuno.”

All’inizio della giornata, Andy Pettman accompagna i partecipanti in un momento di riflessione che porta ad una “risposta di gratitudine”. “Riconoscere il seme nei frutti” – questo diventa  tangibile per tutti quando Thomas Roemer invita a riempire dei piccoli sacchetti di carta con dei semi come simbolo di ciò che è nato in 20 anni di cammino Insieme: ora si tratta di diffondere nuovamente questi semi, pieni di fiducia e speranza.

I contributi che seguono sono particolarmente intensi:  Sr. Nicole Grochowina spiega l’efficacia del “profetico nella precarietà” e Herbert Lauenroth la necessità di diventare “frontalieri” viventi “Accross all borders”.

Numerosi  momenti di scambio – a volte in piccoli gruppi spontanei nella sala, a volte per lingua – permettono che l’atmosfera densa e familiare tra i presenti continui a crescere.

Il pomeriggio inizia con un momento di conoscenza della “Casa di preghiera” di Augsburg attraverso la presenza di Johannes Hartl. Si continua con intensi dialoghi e discussioni in plenaria per riflettere insieme su ciò che si è ascoltato e sperimentato e per intuire i prossimi passi  per il futuro.

La sera i partecipanti al Congresso si recano ad Augsburg, dove il sindaco li attende per un ricevimento nella “Sala d’Oro” del Municipio. Una visita al centro città conclude la giornata ricca di nuove esperienze.

Vedi anche “20 anni Insieme per l’Europa”>>


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Lo splendore dell’Europa è la sua gente

Lo splendore dell’Europa è la sua gente

Preparare il terreno alla riconciliazione. 

Walter Kriechbaum è pastore evangelico e segretario di YMCA a Monaco di Baviera. Il suo cuore batte per l’Europa e vuole vivere la riconciliazione. Per questo coltiva amicizie anche in Polonia e Ucraina nella rete internazionale ed ecumenica Insieme per l’Europa.

Come tedesco, incontro spesso le crudeltà della storia durante i miei viaggi nell’Europa dell’Est. Una volta mi sono trovato, insieme ad amici polacchi, senza parole a Lutsk/Ucraina, nei luoghi di commemorazione delle migliaia di polacchi che furono crudelmente assassinati e un’altra volta in un cimitero in mezzo a uno dei più grandi campi di battaglia della seconda guerra mondiale. Improvvisamente i miei amici mi hanno chiesto di pregare come tedesco e come membro della Chiesa evangelica sui morti, per chiedere perdono e pace per i nostri popoli d’Europa”. Walter Kriechbaum ha sperimentato che vivere insieme la riconciliazione può significare, tra le altre cose, percorrere la via dell’afflizione con gli altri, facendo proprio il dolore altrui. Riconciliazione ecumenica significa prestare attenzione ai doni degli altri e creare spazio per il loro sviluppo. Il dolore per l’unità non ancora completa, dice Walter, sembra essere qualcosa come il seme per il futuro.

La riconciliazione non richiede una rappresentanza proporzionale

Monaco 2016: durante una preghiera ecumenica per l’unità dell’Europa, che polacchi e tedeschi avevano preparato insieme, 20 russi entrano inaspettatamente nella chiesa.  Walter, che presiede la preghiera insieme ad un amico polacco, per un attimo non sa come affrontare la nuova situazione. Poi chiede ad una partecipante del gruppo russo di farsi avanti e dare il suo contributo alla preghiera. Cattolici, protestanti, membri di Chiese libere e ortodossi russi ricevono infine la benedizione da un sacerdote polacco del Movimento di Schoenstatt. Walter: “Ho imparato che la riconciliazione ecumenica non domanda né la proporzionalità, né riconoscere chi ha ragione. Gesù Cristo abita nel cuore dell’altro e in modo sorprendente fa sì che la diversità diventi un complemento, senza essere cancellata.”

La riconciliazione ha bisogno di fiducia

Durante i suoi numerosi viaggi attraverso l’Europa dell’Est, Walter continua a costruire una rete di amicizie: “Ma questo richiede pazienza e perseveranza. Spesso ci vogliono anni perché la sfiducia scompaia. Ho capito che l’esperienza ecumenica “di confine” significa sentirsi vicini e lontani allo stesso tempo e sopportare la tensione. Rivolgendo tutti lo sguardo a Gesù, si sviluppa lentamente una vicinanza interiore. Non può essere forzata, ma è opera di Dio”. La fiducia reciproca che ne deriva fa sì che si possa parlare e crea una libertà interiore, riferisce Walter.

La riconciliazione richiede di essere distaccati

“La riconciliazione e la concordia ecumenica non possono essere organizzate”, dice Walter. “Dobbiamo essere staccati ogni volta ed entrare sempre di nuovo nel Kairos di Dio. Solo Lui conosce il momento giusto”. Ma sicuramente si può aprire la strada a questo. “Insieme riusciremo a far risplendere l’Europa. Il suo splendore è  la sua gente che è in cammino verso la riconciliazione.” Walter ne è convinto e vive per questo – ogni giorno di nuovo.

A cura di Beatriz Lauenroth

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Augsburg – Città della Pace

Augsburg – Città della Pace

Augusta vanta più di 2000 anni di storia (la fondazione risale al 15 a.C.). La città fu fondata come accampamento militare romano. Il cristianesimo era arrivato con i Romani, cosicché la vita cristiana era presente in città fin quasi dai suoi inizi.

Confessio Augustana

Nel XVI secolo Augusta divenne un importante luogo della Riforma, teatro di colloqui tra Martin Lutero e l’inviato pontificio, il cardinale Cajetano, che , come conclusione, portarono  alla rottura con la Chiesa di Roma.

Con le “Diete imperiali” (Reichstage), Augusta era diventata una delle città più importanti del Sacro Romano Impero. Nel 1530 i Principi della Germania presentarono all’imperatore la confessio augustana, che divenne la base della dottrina luterana. Questa “Confessione di Augusta”, scritta da Filippo Melantone, può essere vista come un tentativo di ricostruire l’unità religiosa spezzata.

Pace religiosa di Augusta

Dopo 10 anni, la città di Augusta divenne luogo di pace religiosa: la “Dieta” del 1555 sancì “la pace di Augusta”, che doveva regolare dal punto di vista politico, la parità, la pacifica ed eguale coesistenza delle due denominazioni. Tutti gli uffici comunali sono stati distribuiti equamente tra le confessioni. Questo ha protetto le denominazioni minoritarie. Anche se ci sarebbero voluti altri 100 anni (con una terribile “Guerra dei Trent’anni” fino alla “Pace di Westfalia” del 1648), per avere la parità e la pace, la “Pace di Augusta” fu comunque il primo e decisivo passo verso la tolleranza religiosa.

Festa della Pace

L’8 agosto 1650, Augusta festeggiò per la prima volta la Grande Festa della Pace, inizialmente una festa dei cristiani protestanti, come ringraziamento perché ora – dopo lunghe lotte di potere – avevano riacquistato le loro chiese e potevano celebrare nuovamente il loro servizio religioso. Si celebra ancora oggi, e da molti decenni è una festa della pace che tutta la città, con i suoi leader politici, con le sue chiese, con i suoi cittadini , celebra in solidarietà ecumenica ben oltre i confini delle confessioni. Oggi, alla vigilia della Grande Festa della Pace, la “Tavola Rotonda delle Religioni” celebra una preghiera multi-religiosa per la pace. Dal 1950, l’8 agosto è diventato un giorno festivo per tutti i cittadini di Augusta.

Brigitte Pischner e Margarete Hovestadt (altro…)