Il Sogno di Papa Francesco

Il Sogno di Papa Francesco

In occasione del Conferimento del Premio Carlo Magno a Roma, il 6 maggio 2016, Papa Francesco ha confidato il suo sogno per l’Europa

(…) Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo, «un costante cammino di umanizzazione», cui servono «memoria, coraggio, sana e umana utopia».

Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita.

Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo.

Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto.

Sogno un’Europa, in cui essere migrante non è delitto, bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano.

Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile.

Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni.

Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti.

Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia. Grazie.

Conferimento del Premio Carlo Magno –  Stralcio dal discorso di Papa Francesco, Roma, Sala Regia, Venerdì, 6 maggio 2016

Per vedere il video: https://www.youtube.com/watch?v=SMRhgPv9DAU

Per leggere il testo integrale: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/may/documents/papa-francesco_20160506_premio-carlo-magno.html (altro…)

Uno Sguardo dalla Francia

Uno Sguardo dalla Francia

UN PUNTO DI VISTA FRANCESE DOPO 60 ANNI DAI TRATTATI DI ROMA 

Ci siamo! Non ci siamo tutti ma siamo comunque arrivati a 28 paesi per festeggiare i 60 anni dell’Europa. Il 25 marzo 1957, data dei Trattati di Roma, solo 6 Paesi europei firmarono la creazione della Comunità Europea, che dal 1993 diventerà l’Unione Europea. Tra questi 6 Paesi fondatori c’era convintamente la Francia. Condotti dall’idea di Jean Monnet, che ha trovato un eco grazie alla voce di Robert Schuman, i francesi hanno accettato la grande idea europea.

Vista, come uno strumento di pace e di stabilità, l’idea d’Europa era al servizio dei Paesi per una ricostruzione veloce e più facile del continente. Dalla Francia e dai suoi dirigenti successivi l’Europa fu considerata anche (forse soprattutto) come un trampolino verso un potere e un’influenza più larga, perché di dimensione europea. L’amore per la patria francese, la difesa dei valori nazionali e l’influenza della Francia nel mondo hanno caratterizzato l’azione della Francia nel processo d’integrazione europea. Come ha ricordato il Generale De Gaulle nel 1954: toccare la sovranità francese non faceva parte del “contratto europeo” e la Francia l’ha mostrato fino ad oggi.

Tuttavia, i grandi padri fondatori francesi, che amavano l’Europa quanto la Francia stessa, hanno fortunatamente lasciato una progenie fertile. Molti presidenti francesi, Valéry Giscard d’Estaing in testa, hanno continuato ad adoperarsi per la causa europea. D’Estaing, riprendendo i discorsi pieni di speranza dei padri fondatori, ha lasciato sognare (come Jacques Delors) un’Unione Europea politica: un’unione dei popoli europei, unita, ma rispettosa della diversità di ogni cultura e religione.

Nel 2005, per il referendum sulla costituzione europea, i francesi hanno però ricordato che, se la politica e i dirigenti possono fare molto, essi sono impotenti senza il consenso popolare. Il referendum per la costituzione europea è stato infatti respinto dalla maggioranza dei francesi. L’esperienza del 2005 è sicuramente la dimostrazione più chiara del punto di vista francese sull’Unione. E’ un ritornello che i francesi intonano spesso: se l’Unione Europea è necessaria, avere più Europa “sarebbe troppo”. Troppo perché? Perché i francesi come numerosi popoli europei hanno paura di essere inglobati in un’Europa sovranazionale, dove non ci sarebbe più distinzione tra un francese e un italiano, dove la particolarità e la sovranità di ogni Paese sarebbero assorbite da un grande “Tutto Europeo”.

Oggi, se i francesi accettano l’Europa, è perché sentono valorizzata la loro identità e il loro ordine socio-economico. Ma, ancor di più, i francesi accettano l’Europa, perché condividono i valori primari che sono la base dell’Europa dal 1957: la solidarietà, la condivisione, la libertà, la pace e la fratellanza tra i popoli. Tutti quei valori, quindi, che sono per la maggior parte di derivazione cristiana e che sono quello che i francesi vedono nell’Europa. Tralasciando le implicazioni religiose, si sentono attaccati a questi fondamenti morali che sono la base dell’Europa di oggi. Anche se pensare questi valori e rivendicarli non vuol dire sempre applicarli – lo vediamo nell’attuale crisi dei rifugiati –, rimane il fatto che i francesi si sentono parte costituente di questa realtà europea.

Il 25 marzo 2017 saranno celebrati i 60 anni dei Trattati di Roma a Roma. L’anniversario ci ricorda quindi che l’Europa è giovane! I diversi eventi, congressi e la marcia per l’Europa saranno dei momenti forti.  Al di là della necessità del rilancio politico europeo, sarà anche l’occasione di richiamare i valori cristiani che sono comuni a tutti i popoli europei. Questi valori saranno, secondo me, la base del rilancio europeo, perché sono ora i soli che non sono fonte di paura, ma d’unità.

 

 

Marie Trélat, studentessa francese di Scienze Politiche, specializzata sull’Unione Europea, in particolare sull’Europa centrale ed orientale. Vive attualmente a Roma (progetto Erasmus) e frequenta l’Università LUISS Guido Carli. E’ membro della GFE – Roma (Gioventù federalista europea) e si occupa dell’ufficio relazioni internazionali della sezione di Roma. Per 5 mesi ha lavorato alla redazione francese di Radio Vaticana (altro…)

Uno Sguardo dalla Germania

Uno Sguardo dalla Germania

60 ANNI  “TRATTATI DI ROMA”  24 / 25 MARZO 2017

Il 25 Marzo 1957 con la volontà compatta di creare le fondamenta per una collaborazione sempre più stretta tra i Paesi europei e decisi a salvaguardare lo sviluppo economico e sociale di ogni singolo Paese attraverso un agire comune, che avrebbe potuto togliere le barriere che dividono l’Europa e salvaguardare e consolidare la pace e la libertà, 6 Paesi europei: Germania, Francia, Italia e i Paesi del Benelux hanno deciso di creare  una “Comunità Economica”, basata su quel fondamento di pace, riconciliazione e collaborazione che viene menzionato all’inizio del trattato.

Allo stesso tempo tutti gli altri Stati europei sono stati invitati a “collegarsi a questo sforzo”.

La fondazione della “Comunità Economica Europea” significava molto di più di una ricerca di vantaggi, perché già all’inizio degli anni Cinquanta  il ministro degli esteri francese Robert Schuman (1886-1963) aveva affermato che la pace in Europa poteva essere assicurata sufficientemente solo se si riusciva a controllare insieme le risorse minerarie usate a fini bellici, come il carbone e l’acciaio.

In più, in questo trattato la Germania veniva accettata come partner alla pari già solo 12 anni dopo la guerra.

Questo significava un passo decisivo verso la riconciliazione sul continente europeo, in cui Francia e Germania avevano un ruolo determinante.

Dal 1992 entra in vigore l’Unione Europea per l’unione politica del continente. Però questo non è pensabile senza considerare il trattato firmato a Roma che dava origine alla “Comunità economica europea”, cioè i “Trattati di Roma”.

Questo trattato è da considerare come un atto di nascita dell’Europa unita, anche se nei dettagli si occupa di disposizioni come l’importazione, l’esportazione, i rapporti con le dogane, i tribunali, l’orientamento della politica economica, la libera circolazione delle merci e la creazione di commissioni.

Importante è l’intenzione con cui é stato concepito e questo è spiegato molto chiaramente nel preambolo: Un’Unione per eliminare barriere, conservare la pace e la libertà, promuovere lo sviluppo e così migliorare le condizioni di vita per gli uomini in Europa –  e questo insieme agli ex nemici di guerra.

 

 

 

di Sr. PD Dr. Nicole Grochowina della Christusbruderschaft Selbitz (Germania), dal 2012 docente di storia moderna all’Università di Erlangen/Norimberga. E’ membro del Comitato di Orientamento di Insieme per l’Europa e del Comitato di esperti di ecumenismo della Chiesa evangelica bavarese. (altro…)

Uno Sguardo dall’Italia

Uno Sguardo dall’Italia

I TRATTATI DI ROMA E L’UNIONE EUROPEA

Il 25 marzo 1957 vengono firmati i Trattati di Roma, considerati come l’atto di nascita della grande famiglia europea. Il primo istituisce una Comunità economica europea (CEE), il secondo invece è l’Euratom, per la ricerca comune sull’uso pacifico dell’energia nucleare.

Il Trattato CEE riunisce gli stati firmatari, Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi in una Comunità con l’obiettivo, come ricorda l’art. 2, di creare un mercato comune e favorire la trasformazione delle condizioni economiche degli scambi e della produzione nella Comunità.

Ma ha anche un obiettivo più politico: contribuire alla costruzione funzionale dell’Europa politica, verso un’unificazione più ampia dell’Europa. Come dichiarano nel preambolo i firmatari del Trattato: «essere determinati a porre le fondamenta di un’unione sempre più stretta fra i popoli europei».

I Trattati di Roma erano stati preceduti dalla firma, nel 1951, del cosiddetto Trattato di Parigi, che aveva costituito la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA): con il controllo comune di queste industrie si intendeva evitare il riarmo unilaterale di uno degli Stati membri.

Infatti, il tentativo di promuovere l’unione europea a livello politico ed economico era nato da un desiderio emerso dopo la Seconda Guerra mondiale: integrare gli Stati europei in modo da rendere impossibile un’altra guerra.

«Per la pace futura la creazione di un’Europa dinamica è indispensabile…Bisogna abbandonare le vie del passato ed entrare in una via di trasformazione… L’Europa non è mai esistita. Non è la somma di sovranità riunite in consigli che crea un’entità. Bisogna creare davvero l’Europa» (Jean Monnet, Memorandum, 3 maggio 1950).

«La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza sforzi creativi all’altezza dei pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e viva può fornire alla civiltà è indispensabile al mantenimento delle relazioni pacifiche…

L’Europa non potrà farsi una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto» (Robert Schuman, 9 maggio 1950).

«Ricostruiamo la pace all’interno e all’estero. E soprattutto, per ottenerla, diamo testimonianza di disciplina, di ordine, di buona volontà, di lavoro, cerchiamo la migliore distribuzione possibile dei beni della terra per superare quelle difficoltà che sono naturali, ma che si superano, se gli uomini sono pronti al sacrificio e sanno che bisogna, per vincere, avere fede assoluta nella Provvidenza Divina» (Alcide De Gasperi, 20 aprile 1950)

Le vicende dell’unione europea, tra straordinarie spinte ma anche bruschi arresti, hanno portato negli anni alla firma di ulteriori trattati (http://www.politicheeuropee.it/normativa/19635/lue-e-i-suoi-trattati) con la creazione delle varie Istituzioni come il Parlamento Europeo, la Commissione Europea, il Consiglio d’Europa e così via.

 

 

di Maria Bruna Romito, Movimento dei Focolari, laureata in Storia. Ha vissuto dall’89 al 2000 in Ungheria, dove ha insegnato italiano e storia al liceo e all’università cattolica di Budapest. Attualmente vive a Roma e lavora presso il Pontificio Consiglio della Cultura. (altro…)

Slovenia: nuovi passi di Insieme per l’Europa

Slovenia: nuovi passi di Insieme per l’Europa

Come ogni anno, dopo l’incontro internazionale degli “Amici d’Insieme per Europa” – questa volta a Castel Gandolfo – ci siamo trovati con responsabili di vari Movimenti e Comunità nel nostro Paese.

Erano rappresentati 8 Movimenti, 24 persone in totale: Movimento carismatico (Rinnovamento nello Spirito), Movimento Cammino (Pot), Laboratori di preghiera e vita, Comunità Emmanuel, Coppie per Cristo (Couples for Christ), Comunità di vita cristiana, Preghiera e Parola, Movimento dei Focolari. Per la prima volta erano presenti anche due vescovi: Mons. Stanislav Zore OFM, arcivescovo di Lubiana, e Geza Filo, vescovo luterano della Slovenia.

Dopo il saluto, la preghiera e le presentazioni, abbiamo illustrato i 17 anni del cammino di Insieme. Il video con gli interventi sulla riconciliazione dei responsabili delle Chiese presenti a Monaco il 2.7.2016 é stato una ricchezza enorme. Esso ha suscitato un clima speciale di gioa, pace, spontaneità e comunione, che è andato crescendo ed ha coinvolto tutti.

Con grande entusiasmo il vescovo luterano ci ha aggiornato dell’incontro ecumenico a Lund (Svezia) il 31.10.2016, dove era presente anche lui. Il 6 novembre un incontro simile si è ripetuto anche a Murska Sobota, una città nel nordest della Slovenia, dove vive una comunita’ evangelica. Erano presenti quasi tutti i vescovi cattolici della Slovenia. Questo ha dato un’enorme gioia al vescovo luterano e alla comunità luterana.

Il vescovo Filo ci ha ripetutamente ringraziato e l’arcivescovo Zore ha aggiunto che questi incontri (a Monaco, a Lund…) sono momenti forti e devono diventare vita quotidiana.

In questo clima potevamo aggiornare sul nostro recente incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Castel Gandolfo e offrire le nostre proposte per il futuro:

  • una veglia di preghiera il 24 marzo 2017 in ooccasione del 60° anniversario dei ‘Trattati di Roma’, inizio dell’integrazione europea;
  • lavorare insieme per la riconciliazione del popolo sloveno che sente ancora il grosso peso del passato (dopo la Seconda Guerra Mondiale in Slovenia sono state uccise 200.000 persone senza processo, più che in tutta l’ Europa);
  • inoltre, tutti i Movimenti insieme abbiamo deciso di lavorare per la famiglia. Ciò ha dato tanta gioia ai due vescovi.

Dopo aver letto il messaggio di saluto arrivatoci dalla Segreteria internazionale, abbiamo regalato ad ogni partecipante i “7 SÌ” e rinnovato solennemente il Patto dell’amore scambievole.

Pavel e Marjana Snoj

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Coraggio, Europa!

Coraggio, Europa!

Amici di Insieme per l’Europa: 129 partecipanti di 13 Paesi europei si sono incontrati dal 10 al 12 novembre 2016 al Centro internazionale di formazione del Movimento dei Focolari a Castel Gandolfo nei pressi di Roma. Otto lingue con quattro traduzioni simultanee: i rappresentanti di 39 Movimenti e Comunità cristiane hanno vissuto – come ha detto uno di loro – un “piccolo miracolo della Pentecoste”.  

Tutti i congressisti – responsabili o rappresentanti dei rispettivi Movimenti – si sono mostrati ancora pieni di gratitudine e di gioia per l’evento di Monaco (giugno-luglio scorsi). E tutti sono convinti: se un anno fa allo stesso incontro tenuto in Olanda ci ha raggiunto la notizia dell’attentato di Parigi, se prima di Monaco è avvenuta la Brexit e in questi giorni la sfida del risultato delle elezioni negli U.S.A., ora più che mai davvero c’è bisogno di Insieme per l’Europa!

In questo momento urge la domanda: come sarà il cammino di Insieme per l’Europa per il futuro? Quali passi concreti saranno da fare per i singoli Movimenti e Comunità, per le Nazioni e per Insieme?

Suggerimenti e proposte a questo proposito hanno caratterizzato l’incontro. In discorsi, colloqui, scambi personali, lavori di gruppo si sono sviluppate delle idee per il 2017. Ne nominiamo soltanto due:

  • Il 25 marzo 2017 ricorrono i 60 anni della firma dei Trattati di Roma, considerati come uno dei momenti storici più significativi del processo di integrazione europea. Importanti politici si incontreranno a Roma in Campidoglio. Insieme per l’Europa vuol farsi presente con una veglia di preghiera la sera precedente, presentando loro in precedenza un documento sulla nostra idea di Europa; ci auguriamo che simili veglie si tengano nelle città europee dove ’Insieme’ è presente.
  • In questi giorni si è sentito, tra altro, il desiderio di “creare luoghi di incontro”. Nel 2017 si vuole incrementare la comunione tra i Movimenti a livello locale e offrire nuovamente un “programma per le città“.

Alcuni echi durante e dopo l’incontro:

Elke Pechmann (Offensive Junger Christen OJC eV.): “Insieme per l’Europa non è un lusso, non è un qualccosa ‘in piú’, ma è un investimento notevole nel presente e nel futuro dell’Europa.”

Larisa Musina (Trasfiguration Fellowship of Minor Orthodox Brotherhoods, St. Philaret, Mosca): “Per essere veri amici bisogna conoscersi bene. Allargheremo il dialogo tra i Paesi dell’Est e quelli dell’Ovest. Insieme a altri Paesi dell’Europa dell’Est anche noi russi possiamo dare tanto all’Ovest.”

Pavel Snoj (Movimento dei focolari, Slovenia): “Al nostro rientro in patria metteremo al corrente tutti gli altri Movimenti in Slovenia del nostro incontro qui. Inviteremo anche due vescovi (uno cattolico e uno luterano), affinché sappiano pure loro che i laici insieme alle Chiese in Europa si organizzano per un futuro migliore del Continente.”

Selomi Zürcher (JAHU, Svizzera), facendosi portavoce dei giovani del suo gruppo di lavoro: “Sentiamo nostro il futuro dell’Europa. Sappiamo apprezzare l’esperienza e la sapienza degli adulti. E chiediamo a loro di avere fiducia in noi e di voler imparare anche da noi. Così l’Europa dei nostri padri può diventare anche l’Europa dei figli.”

Constanze Wolf (Fokolar-Bewegung, Germania): “Vorrei tanto passare il mio entusiasmo per l’Insieme ad altri giovani. Ho incominciato a parlarne in parrocchia, al lavoro e spero che l’anno prossimo – a Vienna, dove è previsto il prossimo incontro – saremo di più.”

Una cosa è certa: più che mai è richiesta l’ esperienza di riconciliazione e di amicizia di persone di Insieme per l’Europa, affinché si scopra – come ha detto Chiara Lubich – lo “spartito scritto in Cielo”.

Il prossimo appuntamento degli Amici di Insieme per l’Europa sarà dal 9 – 11 novembre 2017, a Vienna.

Beatriz Lauenroth

 

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