da Heinrich Brehm | Dic 27, 2017 | News
Sabato, 9 dicembre 2017, sede del YMCA/CVJM a WUErzburg (Germania): 100 persone provenienti da 50 Movimenti, Comunità ed iniziative attive in Germania e che aderiscono a Insieme per l’Europa si radunano per il loro convegno nazionale.
“A mio avviso ‘Insieme – se no, come?’ sarebbe il titolo appropriato su quanto abbiamo sperimentato in questa giornata a Wuerzburg. Quanto cammino fatto insieme, in cui balenava sempre di nuovo ciò che ci unisce e quanta forza ha un Insieme riconciliato! Infatti, qui sta emergendo una “cultura dell’insieme” e spero di tutto cuore che essa prenda spazio nelle nostro Comunità, nel nostro Paese, in tutta l’Europa”. Così riassume Sr. Nicole Grochowina, della Comunità Christusbruderschaft Selbitz, la sua impressione di questa giornata. E continua: “Perciò ritengo importante che continuiamo a visitarci reciprocamente, che attraversiamo confini; che troviamo nuovi amici nell’Est e nell’Ovest e che diamo sempre più forma, in tutta Europa, al nostro Insieme – e che ci lasciamo arricchire da questo”.
Tematiche della giornata
Accanto ad uno sguardo retrospettivo sulle esperienza fatte insieme, centro delle riflessioni era soprattutto la domanda sul cammino futuro della rete ecumenica dopo 18 dalla sua fondazione.
“L’unità del popolo di Dio, specialmente in merito alla domanda su come l’Europa dell’Est e dell’Ovest possono incontrarsi maggiormente, è una sfida per il futuro cammino di ‘Insieme‘, riferisce Gerhard Pross del recente incontro europeo degli “Amici di Insieme per l’Europa”.
Esperienze dell’Insieme
Tanti partecipanti hanno raccontato spontaneamente delle loro esperienze positive durante quest’anno in cui si celebra il Giubileo della Riforma di Lutero. Pure la “preghiera per l’Europa” in occasione dei 60 anni dei “Trattati di Roma“ e la celebrazione ecumenica di riconciliazione della Chiesa evangelica e cattolica a Hildesheim (Germania Nord) hanno lasciato segni positive. Roswitha Fuerg, del Movimento dei Focolari a Solingen, così si è espressa: “Sono impressionata dall’apertura e dalla profondità di ‘Insieme‘ che è cresciuta nel corso degli anni. I racconti spontanei dei partecipanti dimostrano come Dio conduce in tanti luoghi persone di Chiese e di Comunità diverse e li porta ad impegnarsi per l’unità.”
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Frutti di ‘Insieme’ dopo 18 anni
In un passo successivo, con l‘immagine di un albero in crescita, suor M. Vernita Weiss, Movimento Schönstatt, ha portato lo sguardo di tutti sui frutti di Insieme per l’Europa dopo 18 anni. Ha accennato alle radici profonde da cui è cresciuto e continua a crescere un albero fruttuoso dell’unità per l’Europa.
L‘Europa davanti alle sfide – una cultura dell’insieme
Guardando l’Europa, che dal punto di vista politico si trova davanti a molteplici sfide, Gerhard Pross vede il compito di Insieme per l‘Europa in primo luogo nel vivere concretamente l’’Insieme’ e nella preghiera per il Continente. Tuttavia è necessario anche il discernimento degli spiriti. “In un’epoca in cui i cattivi fantasmi che ci hanno portato più volte alla catastrofe, ritornano a farsi vivi, diciamo il nostro No ai nazionalismi e chiaramente il nostro Sì al Vangelo, alla riconciliazione e all’amore (…) Diciamo Sì ad una cultura del rapporto e delle alleanze. Diciamo No alle soluzioni semplicistiche e appiattenti.” (vedi anche Roma 60° anniversario dei Trattati di Roma, 24.3.2017)
Passi sul cammino verso il futuro
Riguardo ai prossimi passi, i partecipanti hanno condiviso le proposte che si erano sviluppate durante l’incontro annuale degli “Amici” a Vienna. Incoraggiamenti particolari sono stati espressi, tra l’altro, per incontri e conoscenze reciproche tra partner dall’Europa centrale e dell’Est, come pure per la realizzazione dell’idea di celebrare, nel 2018 e 2019, il 9 maggio (già considerata ‘festa dell’Europa’), come “Giornata di Insieme per l’Europa”, in varie città e regioni.
“Abbiamo sperimentato una spiccata atmosfera di reciproca stima e rispetto, ma anche di sincerità“, descrivono la loro impressione Elisabeth e Hans-Georg Hagmann, una coppia del Movimento Schönstatt. Johannes Golling, presidente del Julius-Schniewind-Haus e.V. (una casa di spiritualità della Chiesa evangelica) riassume così la sua esperienza di questa giornata: ”L’incontrarsi, il visitarsi, il fare amicizia, l’ascoltarsi e l’aprirsi a ciò che per l’altro è sacro, ha sviluppato nel passato una dinamica che in questa giornata era visibile attraverso un abbondanza di esempi.”
Clicca qui per vedere una relazione più ampia (in tedesco) sul sito MfE in Germania >
Testo e foto: Heinrich Brehm (altro…)
da TogetherforEurope | Nov 20, 2017 | 2017 Amici Vienna, News, Österreich
Provenivano da numerosi Paesi del Continente. Il loro comune intento: unità riconciliata tra le diverse Chiese e culture, nonché la solidarietà e l’integrazione in Europa.
Dal 9 all’11 novembre 2017 si sono riuniti nella capitale austriaca per il loro Congresso annuale 130 appartenenti a 44 Movimenti, Comunità e Associazioni, della rete ecumenica Insieme per l’Europa.
Volevano riflettere sul passato, presente e futuro di Insieme. “Ci vuole un’azione dialogata” aveva detto Ilona Tóth, membro del Comitato di Orientamento di IpE, il 29.10.2017 in seguito all’incontro a Roma “(Re)thinking Europe” della COMECE, “cioè guardare insieme un problema e cercare insieme le risposte”. E così fu a Vienna.
Preghiera ecumenica per l’Europa
Per i partecipanti del Congresso, la sera del 9 novembre, c’è un appuntamento nel Duomo di Vienna, il Stephansdom, presieduta dal Cardinale Christoph Schönborn insieme a un significativo gruppo ecumenico di autorità ecclesiastiche, con alcune centinaia di persone. Ha trovato una forte coesione la preghiera solenne per un Insieme di culture e generazioni e per la pace. La data porta una coincidenza significativa. Dopo il 9.11.1938 (Notte dei cristalli), il 9.11.1989 (caduta del muro di Berlino) il 9 novembre 2017, giorno della preghiera ecumenica, appare un momento importante sulla strada di Insieme e un segno di pace per l’Europa. Vedi articolo, foto e video>
Scambio di idee al Congresso
Interventi e intensi scambi di idee, con momenti di preghiera, hanno caratterizzato il programma.
Heinrich Walter (Schönstatt) ha presentato i diciotto anni di storia di Insieme per l’Europa. “Da radici profonde cresce un albero fecondo per l’unità dell’Europa” ha osservato ed ha ricordato, tra l’altro, l’anno 1999, quando ad Augusta, in occasione della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, prese inizio la collaborazione per l’Europa di Movimenti, Comunità e Associazioni di varie Chiese.
Gérard Testard (Comunità Efesia, Francia) in modo sintetico e chiaro, ha presentato il contesto attuale delle crisi e delle speranze dell’Europa.
In seguito, Gerhard Pross (CVJM/YMCA Esslingen) ha parlato delle “sfide per l’Europa”. “Il nostro Insieme è un messaggio profetico. Il nostro messaggio profetico è la cultura dell’insieme per l’Europa”, ha dichiarato Pross e ha ricordato: “Noi diciamo SÌ ad un’Europa alla quale, nel corso della storia, Dio ha affidato una vocazione: l’insieme di cielo e terra, l’insieme di fede e progetto sul mondo, perché nel Crocifisso il cielo e la terra si incontrano.”
Poi la parola è stata data a Pál Tóth (Movimento dei Focolari, Ungheria) con uno sguardo al futuro di Insieme: “Cultura dell’incontro e del dialogo fra Est e Ovest europeo”. Ha fatto seguito una Tavola Rotonda molto apprezzata con partecipanti dell’Ucraina, della Slovacchia, dell’Ungheria, della Slovenia e della Russia. Tóth, esperto in scienze della comunicazione, ha evidenziato alcune differenze tra i Paesi dell’Est e dell’Ovest, osando lanciare a conclusione una sfida: “Insieme per l’Europa potrebbe svilupparsi sempre più come una piattaforma di dialogo e persino come una scuola di dialogo intraeuropeo”. Sulla premessa “di uguaglianza e di mutuo riconoscimento potrebbe svilupparsi un nuovo tipo di discorso sapienziale, che fa vedere miserie e mancanze in prospettiva della redenzione e della resurrezione.”
Come andare avanti?
Con numerose riflessioni nelle plenarie e nei gruppi, i presenti erano invitati a partecipare attivamente al processo di concretizzazione, esprimendo la propria opinione e le proprie esperienze.
L’ultimo giorno, poi, la domanda di Thomas Römer (CVJM/YMCA Monaco) e Suor Vernita Weiss (Schönstatt): “Come andare avanti?” ha spinto a chiedere insieme lo Spirito Santo. Tra le proposte: intensificare gli incontri e le visite vicendevoli tra i vari Movimenti e Paesi, per rafforzare così lo spirito di Insieme. Un’altra idea, su suggerimento di Jeff Fountain (Schuman Center for Europeen Studies, Olanda) e del gruppo di Insieme per l’Europa di Roma, approfittare del 9 maggio – che in molti Paesi è già considerato giornata europea – per diffondere con azioni locali il messaggio di Insieme. In conclusione, il rinnovare il “patto” – una solenne promessa d’amore reciproco – ha sigillato davanti a Dio il comune impegno, dando coraggio e fiducia per il prossimo avvenire.
Il prossimo incontro degli “Amici” di Insieme per l’Europa si terrà a Praga (Repubblica Ceca) dal 15 al 17 novembre 2018, dove si continuerà il dialogo Est-Ovest. Insieme ci siamo incamminati verso un futuro promettente.
Beatriz Lauenroth
Scarica e leggi alcuni dei principali contributi:
2017 11 10 Gérard Testard – la situazione politica dell’Europa
2017 11 10 Gerhard Pross – Le sfide per l’Europa
2017 11 10 P. Heinrich Walter – I frutti di Insieme per l’Europa
2017 11 10 Pal Toth – Cultura dell’incontro e del dialogo fra l’Est-Ovest europeo
TfE Vienna 2017 Foto: Annemarie Baumgarten
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da TogetherforEurope | Ott 31, 2017 | Esperienze, riflessioni ed interviste, News
Un convegno in Vaticano per ripensare l’Europa, la presenza di Insieme per l’Europa
«In questo tempo, i cristiani sono chiamati a ridare un’anima all’Europa, a ridestarne la coscienza, non per occupare degli spazi, ma per animare processi che generino nuovi dinamismi nella società». Con questo augurio papa Francesco ha concluso il suo incontro con i 350 partecipanti al convegno tenuto in Vaticano dalla Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (Comece) in collaborazione con la Segreteria di Stato. Tema: “(Re)Thinking Europe. Un contributo cristiano al futuro del Progetto Europeo” (27-29 ottobre 2017). Nell’indire questo incontro si è voluto cogliere l’opportunità di dire qual è il contributo dei cristiani al progetto europeo, con la speranza che il dialogo messo in atto possa essere di aiuto per l’Europa e le sue istituzioni in questo momento assai critico.
Un quadro su realtà, prospettive, sfide e speranze del continente era stato tracciato nei giorni precedenti dal cardinale Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Comece. In gioco questioni come l’ambiente, il mondo del lavoro, la crisi dei profughi, da affrontare – affermava – «con uno sguardo lucido sul nostro presente e soprattutto sul futuro».
Per mons. Jorge Ortiga, arcivescovo di Braga e delegato della Conferenza Episcopale Portoghese alla Comece, «l’Unione europea ha bisogno di un’anima, di qualcosa di nuovo. Non si tratta di guardare soltanto al territorio o all’economia. È la responsabilità di costruire un’unica società, espressione di un unico corpo, ma nella diversità, nel rispetto di ogni cultura, di ogni paese, in ciò che c’è di caratteristico».
András Fejerdy, professore all’Università Cattolica di Budapest, costata che «anche se il muro di Berlino è caduto ormai 25 anni fa, il muro nelle nostre teste non è ancora caduto. Forse noi che viviamo nella parte orientale dell’Europa conosciamo meglio la storia, la cultura, il pensiero degli occidentali. Invece dall’altra parte affrontiamo molte incomprensioni a causa di una non conoscenza. Al workshop a cui partecipavo vi erano rappresentanti dell’Est e del Sud europeo. Era interessante vedere che condividiamo le stesse speranze e le stesse paure rispetto al futuro dell’Europa».
E Katrien Verhegge, direttore generale di Kind en Gezin, Belgio: «In questo contesto portiamo il nostro messaggio di unità e diversità. Per me significa ritornare all’essenziale: l’amore e la regola d’oro. Possiamo unirci attorno alla regola d’oro “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Se ripartissimo da questo per ripensare l’Europa faremo già un passo avanti».
Per Pedro Vaz Patto, presidente della Commissione Justitia et Pax del Portogallo, il momento attuale è di «crisi di fiducia nell’Europa. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo come cristiani a questa Europa che è sempre in cerca di un’anima. Il motto dell’UE è “unità nella diversità”. Noi cristiani crediamo in un Dio che è uno e trino. Dunque, questa nostra fede ci aiuta a vivere quest’unità nella diversità, prima di tutto con la nostra testimonianza. Fra Movimenti cristiani, Chiese, persone».
Tra i partecipanti all’incontro Ilona Toth, incaricata del Movimento dei Focolari per Insieme per l’Europa, progetto che vede convergere Comunità e Movimenti cristiani di diverse Chiese – attualmente oltre 300, diffusi in tutto il Continente – con la propria autonomia, che agiscono in rete per scopi condivisi, portando il contributo del proprio carisma. «Un progetto, afferma, che era di casa nel contesto del presente incontro e che ha richiamato l’interesse. Siamo stati invitati a Bruxelles per avviare una collaborazione, considerando l’importanza di responsabilizzare i popoli dell’Europa nella costruzione della loro storia».
Ilona Toth representative of TfE
Rev. Karin Burstrand, Vice-President of the CEC
left: Rev. Fr Heikki Huttunen, General Secretary of the CEC
Bishop Heinrich Bedford-Strohm, President of the Evangelical Church in Germany
Di rilievo la presenza di responsabili di varie Chiese, tra cui il Presidente della Chiesa evangelica in Germania (EKD), il Vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm, e rappresentanti della Conferenza delle Chiese europee (CEC): il segretario generale, P. Heikki Huttunen e la vicepresidente, Rev. Karin Burstrand.
L’impegno dei cristiani in Europa, parole di Papa Francesco a conclusione del suo intervento, «deve costituire una promessa di pace». Non è questo «il tempo di costruire trincee, bensì quello di avere il coraggio di lavorare per perseguire appieno il sogno dei Padri fondatori di un’Europa unita e concorde, comunità di popoli desiderosi di condividere un destino di sviluppo e di pace».
Fonte: SIF
Discorso di Papa Francesco>
Articolo Arcistampa>
Articolo FarodiRoma>
Articolo SIR>
Video: https://vimeo.com/240377109
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da TogetherforEurope | Ott 30, 2017 | 2017 Amici Vienna, News, Österreich
Dal 9 al 11 novembre 2017, gli “Amici” di Insieme per l’Europa convergono per il loro congresso annuale a Vienna, porta tra Est e Ovest del continente europeo.
Sono attesi 120 partecipanti da ca. 20 Paesi dell’Europa dell’Est e dell’Ovest di 40 Movimenti. Scopo principale è uno scambio su tre tematiche:
- Quale cultura nasce dalla storia di Insieme per l‘Europa?
- In che cosa consiste il nostro contributo specifico all‘Europa?
- Dialogo tra Est e Ovest: un arricchimento reciproco
La rete delle persone che con quest’incontro vogliono rinnovare la comunione tra i loro carismi, si estende dall’Inghilterra alla Russia, dal Portogallo alla Grecia. La loro missione comune: costruire un’Europa unita e multiforme, con una forte coesione sociale nella molteplicità culturale.
Nel giorno d’arrivo, il 9 novembre 2017, nella Cattedrale di Vienna, Stephansdom, si svolgerà una preghiera ecumenica per l‘Europa, a cui sono invitati tutti coloro che desiderano la pace in Europa e in tutto il mondo.
Insieme al Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, al Vescovo ausiliare em. Helmuth Krätzl, al Vicario vescovile Ivan Petkin, Chiesa bulgara-ortodossa in Austria, al Chorepiskopos Emanuel Aydin, Chiesa siro-ortodossa in Austria, al delegato patriarcale P. Tiran Petrosyan, Chiesa apostolica armena, al Revd. Patrick Curran, Vicario vescovile della diocesi orientale della Chiesa anglicana in Europa, i presenti porteranno davanti a Dio i bisogni e le chance del nostro Continente. L’intenzione della preghiera è più attuale che mai: unità nella molteplicità, pace nella giustizia.
Porgeranno un saluto: Thomas Hennefeld, sovraintendente della Chiesa evangelica riformata dell’Austria e presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese in Austria e Jörg Wojahn, capo della rappresentanza della Commissione Europea in Austria.
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da TogetherforEurope | Ott 26, 2017 | Esperienze, riflessioni ed interviste, News
Sotto il metaforico nome di “Oltrecortina” erano designati gli Stati che, dalla Seconda guerra mondiale fino al 1989, facevano parte del blocco comunista ed erano così chiamati per il confine ideologico “di ferro” che divideva in due parti l’Europa e che concretamente era visibile nel muro di Berlino.
Quando, per motivi di studio, sono stato a Praga, nell’allora Cecoslovacchia, il ricordo di Jan Palach era vivissimo e tra gli studenti universitari si parlava di lui come di un eroe: il 16 gennaio 1969, come torcia umana, aveva voluto attirare l’attenzione del mondo sulla disperazione che viveva il suo popolo. La mia prima sensazione è stata che nella stessa capitale vivessero due mondi uno apparente e ufficiale, l’altro nascosto, ma vivissimo.
La stessa cosa ho sperimentato in Ungheria, dove sono arrivato nel 1980. Le notizie di questi Paesi arrivavano all’Occidente calibrate e controllate… non si era saputo molto del Paese dei magiari, se non per i fatti del 1956. Ero andato a Budapest con una borsa di studio per delle ricerche sulla letteratura infantile e sotto i miei occhi è cominciata a passare una catena di sorprese.
Ciò che è successo dopo ha il sapore di miracolo: possibilità di rimanere in Ungheria non più come studente. Per le traduzioni che avevo fatto mi è stato assegnato un Premio che mi ha permesso di essere conosciuto e di ricevere la proposta di insegnamento all’Università Janus Pannonius di Pécs. Sullo sfondo di una politica manovrata da interessi più che da ideologie, immettere elementi positivi richiedeva libertà e grande responsabilità.
Un giorno in treno, mentre al confine avvenivano gli interminabili controlli delle valigie, guardando fuori dal finestrino vedevo un uccellino che saltava di qua e di là sopra il filo spinato degli steccati di confine e fu naturale chiedermi quanto tempo sarebbero durate quelle barriere. Una frase del filosofo napoletano Giambattista Vico mi diede speranza “Le cose fuori del loro stato naturale né vi si adagiano né vi durano”.[1]
Subito dopo la caduta del muro di Berlino infatti, nel 1989, mi è capitato di tradurre uno studio sociologico sul fenomeno del cambiamento di nomi delle piazze e delle vie di Budapest e della sorte toccata alle statue del realismo comunista gonfie di muscoli e di vittoria, trasferite in un giardino fatto apposta, quasi uno zoo dove portare i bambini la domenica. Qualche stella rossa, per la sua grandezza e il suo peso ha atteso anni prima di scendere in basso.
Dopo 16 anni vissuti in Ungheria sono stato in altri Paesi che erano appartenuti al Patto di Varsavia, come la Slovacchia e la Polonia dove, girando un giorno per il campo di Auschwitz ho capito meglio il perché della mia esistenza ed ho ringraziato Dio di poter concorrere assieme ad altri a fare non solo dell’Europa ma del mondo intero una famiglia.
Mi è sembrata puntuale l’affermazione di Victor Hugo: «Niente al mondo è così potente quanto un’idea della quale sia giunto il tempo».[2]
di Tanino Minuta
[1 ] Giambattista Vico, Opere Vol. I, Tipografia della Sibilla, Napoli, 1834, pag. 12.
[2] http://nuovoeutile.it/222-frammenti-sulla-creativita-a-cura-di-annamaria-testa/ (altro…)