Amici di Insieme per l’Europa a Vienna

Amici di Insieme per l’Europa a Vienna

Dal 9 al 11 novembre 2017, gli “Amici” di Insieme per l’Europa convergono per il loro congresso annuale a Vienna, porta tra Est e Ovest del continente europeo.

Sono attesi 120 partecipanti da ca. 20 Paesi dell’Europa dell’Est e dell’Ovest di 40 Movimenti. Scopo principale è uno scambio su tre tematiche:

  1. Quale cultura nasce dalla storia di Insieme per l‘Europa?
  2. In che cosa consiste il nostro contributo specifico all‘Europa?
  3. Dialogo tra Est e Ovest: un arricchimento reciproco

La rete delle persone che con quest’incontro vogliono rinnovare la comunione tra i loro carismi, si estende dall’Inghilterra alla Russia, dal Portogallo alla Grecia. La loro missione comune: costruire un’Europa unita e multiforme, con una forte coesione sociale nella molteplicità culturale.

Nel giorno d’arrivo, il 9 novembre 2017, nella Cattedrale di Vienna, Stephansdom, si svolgerà una preghiera ecumenica per l‘Europa, a cui sono invitati tutti coloro che desiderano la pace in Europa e in tutto il mondo.

Insieme al Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, al Vescovo ausiliare em. Helmuth Krätzl, al Vicario vescovile Ivan Petkin, Chiesa bulgara-ortodossa in Austria, al Chorepiskopos Emanuel Aydin, Chiesa siro-ortodossa in Austria, al delegato patriarcale P. Tiran Petrosyan, Chiesa apostolica armena, al Revd. Patrick Curran, Vicario vescovile della diocesi orientale della Chiesa anglicana in Europa, i presenti porteranno davanti a Dio i bisogni e le chance del nostro Continente. L’intenzione della preghiera è più attuale che mai: unità nella molteplicità, pace nella giustizia.

Porgeranno un saluto: Thomas Hennefeld, sovraintendente della Chiesa evangelica riformata  dell’Austria e presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese in Austria e  Jörg Wojahn, capo della rappresentanza della Commissione Europea in Austria.

 

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Decenni di stupore

Decenni di stupore

Sotto il metaforico nome di “Oltrecortina” erano designati gli Stati che, dalla Seconda guerra mondiale fino al 1989, facevano parte del blocco comunista ed erano così chiamati per il confine ideologico “di ferro” che divideva in due parti l’Europa e che concretamente era visibile nel muro di Berlino.

Quando, per motivi di studio, sono stato a Praga, nell’allora Cecoslovacchia, il ricordo di Jan Palach era vivissimo e tra gli studenti universitari si parlava di lui come di un eroe: il 16 gennaio 1969, come torcia umana, aveva voluto attirare l’attenzione del mondo sulla disperazione che viveva il suo popolo. La mia prima sensazione è stata che nella stessa capitale vivessero due mondi uno apparente e ufficiale, l’altro nascosto, ma vivissimo.

La stessa cosa ho sperimentato in Ungheria, dove sono arrivato nel 1980. Le notizie di questi Paesi arrivavano all’Occidente calibrate e controllate… non si era saputo molto del Paese dei magiari, se non per i fatti del 1956. Ero andato a Budapest con una borsa di studio per delle ricerche sulla letteratura infantile e sotto i miei occhi è cominciata a passare una catena di sorprese.

Ciò che è successo dopo ha il sapore di miracolo: possibilità di rimanere in Ungheria non più come studente. Per le traduzioni che avevo fatto mi è stato assegnato un Premio che mi ha permesso di essere conosciuto e di ricevere la proposta di insegnamento all’Università Janus Pannonius di Pécs. Sullo sfondo di una politica manovrata da interessi più che da ideologie, immettere elementi positivi richiedeva libertà e grande responsabilità.

Un giorno in treno, mentre al confine avvenivano gli interminabili controlli delle valigie, guardando fuori dal finestrino vedevo un uccellino che saltava di qua e di là sopra il filo spinato degli steccati di confine e fu naturale chiedermi quanto tempo sarebbero durate quelle barriere. Una frase del filosofo napoletano Giambattista Vico mi diede speranza “Le cose fuori del loro stato naturale né vi si adagiano né vi durano”.[1]

Subito dopo la caduta del muro di Berlino infatti, nel 1989, mi è capitato di tradurre uno studio sociologico sul fenomeno del cambiamento di nomi delle piazze e delle vie di Budapest e della sorte toccata alle statue del realismo comunista gonfie di muscoli e di vittoria, trasferite in un giardino fatto apposta, quasi uno zoo dove portare i bambini la domenica. Qualche stella rossa, per la sua grandezza e il suo peso ha atteso anni prima di scendere in basso.

Dopo 16 anni vissuti in Ungheria sono stato in altri Paesi che erano appartenuti al Patto di Varsavia, come la Slovacchia e la Polonia dove, girando un giorno per il campo di Auschwitz ho capito meglio il perché della mia esistenza ed ho ringraziato Dio di poter concorrere assieme ad altri a fare non solo dell’Europa ma del mondo intero una famiglia.

Mi è sembrata puntuale l’affermazione di Victor Hugo: «Niente al mondo è così potente quanto un’idea della quale sia giunto il tempo».[2]

di Tanino Minuta

[1 ] Giambattista Vico, Opere Vol. I, Tipografia della Sibilla, Napoli, 1834, pag. 12.

[2] http://nuovoeutile.it/222-frammenti-sulla-creativita-a-cura-di-annamaria-testa/ (altro…)

Benvenuti a Vienna!

Benvenuti a Vienna!

WILLKOMMEN, BENVENUTI, WELCOME, VITAJTE, BIENVENUE…

Il gruppo degli „Amici di Insieme per l’Europa“ si incontra a Vienna nel novembre prossimo

Ci auguriamo che quest’incontro diventi  un grande “Insieme” – un Insieme profondo, un Insieme visibile, un Insieme invitante e un Insieme sereno ed europeo.

Su questo, noi del team di coordinamento a Vienna abbiamo pensato a lungo e dopo esserci consultati con il Comitato d’Orientamento, stiamo preparando ora l’inizio dell’incontro, il 9 novembre, con una preghiera ecumenica nel Duomo – Stephansdom – nel centro di Vienna, in un posto aperto al pubblico – con la partecipazioni di diverse personalità. L’arcivescovo di Vienna, Cardinal Schönborn ha assicurato la sua presenza alla preghiera e il sindaco di Vienna invita subito dopo ad una “Agape”.

“9 novembre Stephansdom – vero che vieni?” – ogni persona che incontriamo sente con gioiosa attesa  questa frase.

Si riempierà il Stephansdom? “Lo spartito è scritto in cielo”, diceva Chiara Lubich, e su questo noi ora confidiamo.

Il team di coordinamento IpE, Austria 

 

SCARICA L’INVITO (in tedesco): Treffen Trägerkreis Wien 2017 – Einladung zum Gebetsabend>> (altro…)

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